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La lana sopravvissana intrecci di tradizione e sostenibilità per il Made in Italy, pag. 10 e 11 – Eco del Nera

Pillole di tradizione a cura di  Monica Paracucco

C’è una storia che ha unito le terre di mezzo, quelle terre che vanno dal Lazio alle Marche passando per i Sibillini, una matassa fatta di storie di gente comune, di famiglie che nella certezza di un mestiere si ritrovavano a tramandare e curare, storie di allevatori, di uomini e donne che insieme tessevano in modo inconsapevole le trame di un cammino fatto di piccoli passi di cura e innovazione. Questa storia, troppo dimenticata, torna alla luce rendendo ancora più forte il legame con lo spazio azzurro dei Monti Sibillini e i pascoli verdeggianti senza tempo. In questo nuovo modo di guardare al valore del filo che unisce si scopre lo studio approfondito del Prof. Renzo Paci che apre lo sguardo ad una comprensione ancora più ampia rispolverando in noi le emozioni e il valore dei passi antichi e degli antichi mestieri.
L’area del massiccio montuoso dei Sibillini dislocata tra Ascolano, Maceratese e Nursino tra basso medioevo ed età moderna fu importante sede dell’allevamento ovino e di una rilevante produzione di pannilani che fino al XVI secolo consentì il forte sviluppo dell’area e la formazione dei primi nuclei mercantili. Inizia così lo studio approfondito del Prof. Renzo Paci sulla transumanza nei Sibillini in età moderna con un’attenzione particolare a Visso.
Questa area diventa centro dell’antica via della transumanza rievocando così il valore storico della pastorizia in grado anticamente di colmare “il vuoto delle pianure” verso le quali si riversavano le greggi in autunno. Un punto centrale dell’antica via della transumanza appenninica fu da sempre l’area dei Sibillini di Visso. Basti pensare che il patrimonio ovino di Visso in età moderna oscillava intorno ai 27.900 capi. La particolarità della transumanza vissana era la tendenza alla concentrazione del patrimonio ovino nelle mani di un numero sempre più ristretto di proprietari che si proiettò nei due secoli successivi, basti pensare che nel 1582 i proprietari di ovini erano 692 e nel 1800 appena 113*. Citando le parole di Renzo Paci a diminuire erano prevalentemente i piccoli proprietari.
In sintesi c’è un filo di storia della lana che unisce da sempre l’Italia centrale e che vede in Visso un centro fondamentale nella rievocazione della storia della lana. Ma la cosa che dallo
studio del Prof. Paci emerge è il fatto che questo continuo diminuire del numero delle famiglie che si dedicavano alla pastorizia porta ad una vera e propria innovazione nel sistema dei mestieri di quelli che oggi definiremmo profili professionali. (articolo completo nel Giornale Eco del Nera di cui si allega il pdf)

Info https://www.lecodelnera.it/

 

 

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Eco del Nera Pasqua 2023

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