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UMBRIA: CUORE DELLA MODA ITALIANA

L’Umbria è una delle regioni italiane che vanta uno dei distretti tessili più importanti, al punto che la sua rilevanza sta accogliendo un respiro sempre più internazionale: questo grazie ad aziende di ampie vedute, che guardano ad una valorizzazione del proprio prodotto che non si riduce alla sua funzionalità ma nasconde la storia del marchio, parla della cultura e del territorio da cui proviene.

Il legame della regione Umbria con il tessile è una storia che ha avuto inizio molto tempo fa, quando prima dei filati pregiati come il cashmere erano i ricami a farla da padrona. E’ in ambito sacro che il ricamo umbro iniziò ad assumere un’importanza sempre maggiore . Era il dodicesimo secolo quando secondo il motivo “a occhio di pernice” si realizzavano arazzi e tovaglie dove si riproducevano in genere  figure geometriche, animali e persone stilizzate. Ogni zona produceva un suo ricamo distintivo, dando vita a dei veri e propri stili che prendevano il nome di Ars. Molto rinomate divennero le tovaglie perugine, caratterizzate da tipiche decorazioni rosso e blu, che ancora oggi sono prodotti da alcuni laboratori artigianali.

Ma il vero boom del settore tessile arrivò quando nel 900′ quella produzione tessile sacra scatenò l’interesse di signori aristocratici che promuovendo laboratori di tessitura e ricamo, e incentivando anche l’attività femminile si iniziò a costituire una vera e propria industria nella quale investire. Nascono così le prime aziende tessili, molte delle quali come quella rinomatissima di Luisa Spagnoli arriveranno fino ai giorni nostri concentrandosi con il tempo su una produzione tutta in cashmere, e sempre più evoluta tecnologicamente.

L’Umbria è riuscita a fare tesoro delle sue risorse e ricchezze, valorizzandole attraverso un processo di sviluppo che mette in costante comunicazione la cultura e l’economia: così le 500 imprese con oltre 2.000 addetti altamenti specializzati che costellano il polo umbro del cashmere e che lavorano ogni giorno con grande passione e professionalità elaborando infiniti linguaggi stilistici sulla linea pregiata del cashmere, sono il punto di forza di un progetto che promuove l’incontro tra l’artigianalità e l’innovazione tecnologica. Il cuore dell’Italia quindi guarda avanti e sempre più in alto, coinvolgendo ogni anno al suo District Cashmere le più prestigiose accademie del fashion design.

Articolo ripreso da http://www.aboutcashmere.com

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IL RICAMO UMBRO

umbria ricamo

La spola delle tovaglie perugine tra passato, presente e futuro.

di Anastasia Quadraccia

Quando si pensa all’Umbria e alle sue tradizioni, il cibo e il paesaggio sono le immagini che si collegano spontaneamente a questa regione.

Vi è però un terzo elemento, ancor più caratteristico e peculiare, che non vi si associa automaticamente perché meno conosciuto, ma che racchiude in sé con la propria storia e con la propria funzione quanto c’è di più rappresentativo in Umbria: la tradizione tessile.

Ascrivibili ai secoli XIV e XV le famose “tovaglie perugine” furono realizzate in tela di lino bianco in armatura semplice o a “occhio di pernice”, ricamate con filo di cotone indaco con motivi geometrici o con disegni più articolati. I ricami, che si collocano nella parte terminale della tovaglia, costituiscono un interessante campo di ricerca, poiché, nonostante molti studi interpretativi siano stati condotti sul loro significato e disegni simili si trovino già nelle tombe etrusche, resta tuttora un mistero il loro messaggio complessivo. Il grifo e la Fontana Maggiore sono gli emblemi di Perugia, e i cervi, vicino alla fontana, sembrano simboleggiare la Virtù che si abbevera alla fonte della Saggezza, mentre le lepri, desunte dalla tradizione orientale, l’Innocenza e la lepre inseguita dal lupo o dal cane, la Purezza insidiata dalla Lussuria. Di questi reperti, a causa della deperibilità del materiale, non molti ne restano, ma a questa esiguità viene in soccorso l’arte pittorica.

 

Esempi di “tovaglie perugine” sono ritratte ne “L’ultima cena” del Maestro delle Palazze, o se ne trovano nella Basilica Inferiore di Assisi ne “La cena del cavaliere di Celano” o ne “Le nozze di Cana” dipinte da Giotto.

Le tovaglie, oggetti preziosi che arricchiscono la mensa della Chiesa o il banchetto in occasioni particolari, sanciscono dunque vari aspetti.

L’importanza rivestita da questi “pannili alla peroscina”, apprezzati e commercializzati in tutta Europa dal Medioevo al Rinascimento e impiegati nei corredi per tovaglie e coperte, è stata riconosciuta e riportata in auge agli inizi del ‘900 da due giovani e ricche americane Romeyne Robert Ranieri di Sorbello e Alice Hallgarten Franchetti.

A Perugia, presso l’ex chiesa di san Francesco delle Donne, a riprendere questa arte con telai originali del Settecento e dell’Ottocento, ci ha pensato Giuditta Brozzetti che con il suo laboratorio di tessitura a mano conserva e tramanda questo patrimonio. Dal 2004, per il valore delle attività svolte e per la sede nel quale il laboratorio è ospitato, quest’ultimo è stato inserito nel Sistema Museale della Regione Umbria come “struttura d’interesse per la fruizione pubblica” acquisendo il titolo di Museo-Laboratorio aperto al pubblico.

Articolo interamente ripreso dalla pagina https://www.vaghis.it/tradizioni-e-curiosita/il-ricamo-umbro.html